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L'anno solare, a Bosa, è disseminato di feste legate alla religione cattolica e al culto dei santi, così come ai cicli della terra e del mare.

Dall'inverno fino all'estate tante sono le occasioni di festa in cui si sceglie di dire grazie al cielo per i doni ricevuti, momento inoltre utile per chiedere che l'anno dopo questi doni vengano rinnovati.

Bosa - Festa di Sant'Antonio Abate - 16/17 Gennaio

La festa inizia con la messa celebrata nella Chiesa omonima e durante la celebrazione viene consegnato il pane benedetto.La parte ludica dell’evento comincia verso sera, quando, nel piazzale antistante la chiesa viene acceso un grande falò benedetto dal cappellano. Durante quest’occasione molte persone danzano attorno al fuoco e tanti sono quelli che ancora, secondo l’antica tradizione, fanno attorno al falò di Sant’Antonio tre giri a destra e tre a sinistra, per scongiurare il mal di pancia. Durante i giorni dei festeggiamenti si esibiscono gruppi folkloristici e vengono allestite delle bancarelle nelle quali si vendono i prodotti tipici. E’ proprio la festa di Sant’Antonio Abate a segnare la data di inizio del carnevale.

 Carnevale di Bosa – Karrasegare Osinku

Il Carnevale di Bosa viene detto ancora oggi Karrasegare e dalle informazioni ricavate dalla letteratura e dalle inchieste sul campo, si sa che anticamente poteva iniziare in due date diverse, o a partire da Capodanno oppure con la festa di S’Antonio Abate. I giorni più significativi della festa erano e sono, ad ogni modo, compresi tra la settimana che precede quella del giovedì grasso e l’ultimo giorno del Carnevale.
La festa che precede quella del giovedì grasso è detta “Lardazholu” (Laldaggiolu) e si colloca nei primi giorni della settimana quando gruppi di amici e di parenti organizzano la questua per il cenone di Lardazholu.

La mattina e la sera del giovedì, gruppi in maschera girano per il centro visitando amici e parenti  cantando i cosiddetti “Muttettus  a  trallallera”,  chiedendo e ricevendo in  cambio “Sa palte ’e cantare”, derrate alimentari di ogni genere, utili per il cenone durante il quale le maschere gozzovigliano allegramente.

Da qualche anno, nella sera del sabato che precede il martedì grasso conclusivo, viene organizzata lungo Via del Carmine, ai piedi del quartiere medioevale di “Sa Costa”,  la “Festa delle Cantine”, iniziativa che, grazie all’ospitalità dei proprietari che offrono a tutti i convenuti vini e piatti tipici locali, ha un successo sempre in crescita.
La domenica mattina proseguono le degustazioni di pesce e frittelle con il contorno di maschere e musica.

In questi giorni per le strade si cantano canzoni salaci, composte appositamente per il Carnevale, con cui si dileggiano coloro che nel corso dell’anno si sono “macchiati” di azioni particolarmente clamorose ed il più delle volte sono gli amministratori ad essere oggetto delle frecciate in versi.

Il “martedì grasso” rappresenta il culmine dei festeggiamenti. Si comincia a festeggiare di mattina con il lamento funebre de S’Attittidu. Le maschere indossano il costume tradizionale per il lutto: gonna lunga, corsetto e ampio scialle nero e ogni maschera porta in braccio una bambola di stracci o qualcosa di simile che spesso ha un riferimento alla simbologia sessuale.

Le maschere, con voce in falsetto, emettono un continuo lamento, S’Attittidu appunto, e chiedono “unu Tikkirigheddu de latte” per ristorare il bambino che è stato abbandonato dalla madre dedita ai bagordi del Carnevale.

La notte del martedì, per concludere la festa, tutti indossano la maschera tradizionale bianca (solitamente un lenzuolo per mantello e una federa per cappuccio), per cercare il Giolzi Moro.

La ricerca del Giolzi simboleggia la caccia al Carnevale che fugge e si nasconde nel sesso. Le maschere vestite di bianco cercano così Giolzi illuminando con un lampioncino la parte puberale delle persone che incontrano gridando: “Giolzi! Giolzi! Ciappadu! Ciappadu!” (l’ho preso).

La festa si conclude con i roghi che bruciano enormi pupazzi nelle vie e nelle piazze del centro della città.

 Bosa - Settimana Santa

Le celebrazioni della settimana santa costituiscono pur una notevole attrattiva per quanti amano il folklore religioso. Sono singolari le rappresentazioni che ricordano la passione e la via crucis di Cristo, sottolineate da canti tradizionali e dalla processione dei fedeli che trasportano le statue dei Santi.

 Bosa - Festa dei Santi Emilio e Priamo – 28 maggio

Il 28 Maggio si celebra la festa durante la quale vengono organizzate manifestazioni folkloristiche e musicali in onore dei due patroni della città.
Non esiste a Bosa una chiesa dedicata ai due santi, ma i bosani, a loro tanto devoti, hanno voluto collocarli nell’altare della Cattedrale, dove sono ricordati nella volta che si eleva sull’altare maggiore ai lati della Vergine e dove vengono omaggiati di fiori in occasione della festa.

 Bosa – Festa di S. Giovanni Battista - 24 giugno

La processione del santo dalla chiesa di San Giovanni lungo il paese è seguita poi dalla messa. Al termine della cerimonia religiosa hanno avvio le corse di cavalli a volte accompagnate anche da canti e balli sardi.

 Bosa - Festa dei Santi Pietro e Paolo – 29 giugno

La festa dei SS. Pietro e Paolo è caratterizzata dalla suggestiva processione religiosa che si effettua in barca e che culmina, una volta raggiunta dai fedeli, con l’apertura della cattedrale romanica di S. Pietro (1062). Del resto, la chiesa, dedicata a San Pietro presenta in facciata, nell’architrave scolpito in altorilievo, sei archetti dentro i quali sono disposti al centro, la Vergine col Bambino affiancata da San Costantino Imperatore, l’Albero della Vita e ai lati proprio gli apostoli Pietro e Paolo.

 Santa Maria del Mare – prima domenica di agosto

La festa della Madonna del Mare, tradizionalmente celebrata la prima domenica di agosto, è molto suggestiva e coinvolgente, oltre ad essere la più sentita dalla comunità dei pescatori bosani, protagonisti dei festeggiamenti, e degli agricoltori della zona, a cui la festa era originariamente dedicata. I festeggiamenti si sviluppano in due momenti differenti: la mattina, il simulacro della vergine viene portato in processione, a bordo di un imbarcazione da pesca, dalla chiesa di S. Maria del Mare situata nella zona del porticciolo di Bosa Marina fino alla Cattedrale dell'Immacolata nel centro storico della città, dove viene celebrata una prima messa; nel tardo pomeriggio, invece, ha luogo il momento più toccante e "spettacolare" della festa quando il fiume Temo si riempie di imbarcazioni adornate a festa e le sue rive assistono alla gioiosa invasione di fedeli e curiosi che salutano il passaggio della Madonna che fa ritorno alla chiesetta della zona marittima.

E’ in questa cornice che sfila la chiassosa processione di barche che accompagnano la Vergine verso il mare fino all’uscio della chiesa in cui la statua ha sede tutto l’anno. Qui la festa si conclude con la messa solenne officiata dal vescovo di Bosa in attesa dei fuochi d’artificio esplosi a mezzanotte ad illuminare la torre aragonese e l’area marina.

 La festa di Regnos Altos - seconda domenica di settembre

La festa di Regnos Altos risale con tutta probabilità all’anno 1847, quando un bambino ritrovò tra le macerie del castello Malaspina, una statuina lignea della Madonna, probabilmente di origine tardo-medievale. La statuetta fu chiamata “Nostra Signora di Regnos Altos” e fu esposta alla venerazione della gente nella chiesa di S.Andrea che si trovava all'interno del castello.

La notizia si diffuse nella città e immediatamente da ogni paese accorse la gente per venerare la Madonna ritrovata. Da allora la statuina è conservata in una piccola nicchia nella chiesetta all’interno del castello.

La chiesa di Nostra Signora di Regnos Altos, ritenuta dagli studiosi antecedente alla costruzione del castello stesso (XIII Sec.), è di grande interesse storico artistico.

Nel 1973, durante alcuni lavori di restauro, sotto uno strato di calce, furono casualmente scoperti degli affreschi di notevole pregio che vengono attribuiti ad età giudicale. La festa nei primi decenni del secolo si svolgeva all'interno del castello. L’eco dei cori (gosos) che venivano improvvisati nella piazza d’armi per lodare la Madonna, risuonava in tutto il quartiere medievale di Sa Costa.

La celebrazione di Nostra Signora di Regnos Altos ricorre il sabato e la domenica della seconda settimana del mese settembre. È questo sicuramente uno degli eventi più attesi dai bosani, non solo per l’aspetto religioso, ma anche per quello prettamente festaiolo e popolare.

Il pomeriggio del sabato si tengono i primi festeggiamenti con la caratteristica processione dal Castello dei Malaspina alla Cattedrale accompagnata dai figuranti in abito medievale e della tradizione bosana ottocentesca con la benedizione dei suggestivi Altarittos del vecchio rione di Sa Costa mentre, invece, il pomeriggio della domenica si svolge una seconda processione in senso inverso, dalla Cattedrale al Castello dei Malaspina, accompagnata dai figuranti in abito medievale e della tradizione bosana ottocentesca nonché dalla banda musicale.

Alcuni giorni prima di Regnos Altos, il colle e le vie del centro storico vengono addobbate dagli uomini con frasche, canne e bandierine mentre le donne, il sabato pomeriggio, nei vicoli, negli spiazzi e nelle grotte naturali del rione Sa Costa, in segno di devozione, allestiscono gli “altarittos”, piccoli altari ornati di fiori e dei migliori pizzi di filet, ricamati dalle stesse, su cui si collocano pregiate madonne.

La veglia e le preghiere sono accompagnate dalla festosità delle tavolate e delle rivendite all'aperto di vino, malvasia e semplici prodotti gastronomici (“fae a landinu”, “azzada”, lumache ...), che si cucinano per l'occasione.

 Bosa - Festa dei Santi Cosma e Damiano – 26 settembre

Festa campestre, occasione di gite fuori porta con balli, canti e grandi bevute nella verde campagna bosana. Novena caratteristica in lingua sarda.

 Giornate musicali di Bosa – settimana tra Natale a capodanno

Evento di musica classica ormai giunto alla terza edizione.

La grande musica scritta in molti casi nelle chiese e per le chiese, viene eseguita nello scenario di grande bellezza e di intima religiosità delle chiese monumentali della cittadina.